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Propulsione elettrica e progettazione: Torqeedo allo Yacht Design Forum

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Tre giorni dedicati al mondo della nautica, per analizzare il presente, la sostenibilità del settore e soprattutto il futuro innovativo dell’elettrico come propulsione principale. Questi sono stati i temi centrali dello Yacht Design Forum, giunto alla sua edizione numero otto, che si è tenuta sul Lago di Como, in una cornice di tutto rispetto.Alla manifestazione ha partecipato anche Gennaro Giliberti, responsabile della Business Unit Torqeedo di Deutz Italy, che ha parlato non solo della situazione attuale dei motori elettrici, ma anche di tutti quei fattori chiave e sfide economiche che è bene considerare in fase di progettazione.


La propulsione elettrica e le sue origini

Se facciamo un salto indietro nel tempo possiamo sicuramente scoprire che la prima barca elettrica (ufficialmente testimoniata) è stata costruita da Von Jacobi nel 1839 a San Pietroburgo. Ma è solo tra il 1880 e il 1920 che queste imbarcazioni trovano le prime collocazioni, andando a sostituire i rumorosi e fumosi motori a vapore, anche per applicazioni militari.

Ma come è facile immaginare si è passati a un modo completamente diverso di intendere la mobilità elettrica negli ultimi anni.

L’industria marittima è stata resiliente ed ha saputo affrontare i cambiamenti di ogni periodo storico, nonostante le difficoltà, andando ad adattare la propria idea ed essenza per reinventarsi e prosperare. Ma le sfide non mancano!


Una questione di compromessi

Cerchiamo di valutare quali sono però le situazioni attuali del settore di riferimento, partendo dal concetto stesso di propulsione elettrica. Supponiamo di partire da un refit, ovvero dal passaggio di una barca che è già pronta e si presenta con un suo sistema di propulsione a carburante. L’idea è quella di trasformarla in propulsione completamente elettrica, ma per farlo bisogna approcciare una serie di compromessi. Quali?

Installazione delle batterie Torqeedo 40 kWh Deep Blue. Crediti: Stefan Schorr

Anche se le potenze dei motori elettrici, ad oggi, sono in grado di equiparare le potenze di quelli a combustione, ciò che affrontiamo come limite sono il peso della barca e l’autonomia a causa delle batterie. Ed è qui che si impara ad approcciare ogni momento dello sviluppo e della produzione in modo diverso, come spiega Gennaro Giliberti:

“Oggi ci sono tanti tipi di motorizzazione elettrica. Pensiamo all’ibrido, per esempio diesel ed elettrico, da usare in modo alternato o insieme. Oppure alle ibride con un generatore che ricarica le batterie e permette di decidere se navigare solo con batterie e con generatore. Infine, ci sono input di fonti energetiche alternative, oppure il full electric, giusto per citare alcune soluzioni”.

Ma vediamo in che modo agiscono le 2 problematiche centrali di peso e autonomia di una barca sulla propulsione e la progettazione.


Come possiamo produrre energia elettrica a bordo?

La domanda sorge spontanea per chiunque lavori nel settore: per immagazzinare e produrre energia è possibile usare i pannelli solari, un generatore di corrente (continua o alternata), energia chimica, per esempio fuel cell (un processo di idrogeno) o chimica che viene applicata alle batterie. Ma rispetto a tale discorso qual è il problema legato alla tipologia di accumulo energetico?

Deep Blue Battery 80, batteria Torqeedo LFP da 80 kWh con architettura cell-to-pack

“Ad oggi è ancora impossibile realizzare una barca elettrica che abbia le stesse prestazioni di una con combustibile, in termini di autonomia. Non dipende solo da quanta energia posso avere in un litro di carburante, ma in quanto tempo la immagazzino”, ha spiegato Giliberti spostando l’attenzione sulle batterie.

Ci troviamo a lavorare infatti con batterie al litio che sono accettabili in termini di tempi di ricarica e potenza, ma non possono essere considerate ancora equivalenti all’energia chimica dei combustibili. Ma ottimizzarne il livello vuol dire abbracciare più fattori, proprio come dicevamo all’inizio di questo articolo: i famosi compromessi. Nel rispetto delle normative che sottolineano l’importanza della sicurezza del settore, è stato necessario passare a batterie meno performanti, andando così a sacrificare le prestazioni. Ma oltre alle batterie, che cosa possiamo dire invece sul peso?


Il peso fa la differenza

Nella realizzazione di una barca elettrica che rispetti una determinata velocità, bisogna considerare il peso del motore e delle batterie, strumenti che in modo del tutto inevitabile portano ad aumentare il peso del mezzo rispetto a una barca a carburante.

Ecco perché nel mercato moderno si sta lavorando proprio su una doppia strada: da un lato l’evoluzione delle batterie e dall’altra la necessità di colmare le differenze di costo e peso. Ovviamente ricordando sempre che potrebbe essere necessario fare, spesso, qualche passo indietro per garantire la massima sicurezza.

L’esperienza condivisa allo Yacht Design Forum sul Lago di Como è stata solo una piccola parte di un progetto industriale ricco e complesso che andrà a svilupparsi su più livelli nei prossimi anni.


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